Il caso di Daniela Santanchè passerà per le mani del Senato. La mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle ha una data: il 26 luglio la ministra al Turismo sarà sottoposta al duro di Palazzo Madama. Che poi passerà è tutt’altro discorso. Anzi.

Daniela Santanchè è stata scelta dalla premier Giorgia Meloni per guidare il dicastero del turismo. Uno dei più importanti, in fondo, per l’Italia, visti anche i suoi ricchi e famosi siti archeologici (siamo l’unico paese – o forse uno dei pochi – ad avere città ricoperte da reperti storici). La scelta è caduta sulla Pitonessa sia per la sua strenua vicinanza a Fratelli d’Italia, sia perché – molto probabilmente – è esperta in materia, visto che possedeva anche una nota, quanto magnifica, discoteca in Sardegna, meta del turismo isolano.

La Santa però è caduta dal suo paradiso e risulta indagata a Milano nell’inchiesta su Visibilia, in piedi da novembre 2022, per falso in bilancio e bancarotta per il periodo in cui lei era azionista di controllo e amministratrice, come hanno riportato diverse testate. I suoi detrattori parlano della circolazione di un avviso di garanzia, mentre lei giura di non averlo ancora ricevuto. E il suo partito – così come anche i suoi alleati – dicono di rimettersi a quanto riferito dalla ministra in Senato il 5 luglio.

Intanto però intorno alla Pitonessa si è formata una distesa di ghiaccio. Il freddo ha aleggiato intorno al suo annuncio sulla riforma del turismo in Italia. Palazzo Chigi non avrebbe ingoiato l’annuncio su un piano a lungo termine per la riforma del turismo. Un pacchetto di misure che – riporta Repubblica – è una “rivoluzione industriale del turismo”, dice la ministra. Con, in aggiunta, una riforma delle guide turistiche “attesa da dieci anni”.

La presidente del Consiglio Meloni, però, giorni fa aveva risposto ai giornalisti che “un avviso di garanzia non determina le dimissioni di un ministro, a maggior ragione con queste modalità“, spiegando che il caso Santanchè “non è invece una questione politica, nel senso che è una questione extra politica che riguarda la sua attività”. In tanti però credono che la questione diventi politica quando la ministra viene a riferire in Senato, dicendo il falso. E la questione è: avviso di garanzia sì o no?

Caso Santanchè, il 26 luglio la mozione contro la ministra

Il caso Santanchè ha creato fermento nelle opposizioni. Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato il 5 luglio aveva “presentato” la mozione di sfiducia contro la ministra. L’atto è stato calendarizzato e sarà discusso a Palazzo Madama il 26 luglio.

I senatori Cinquestelle voteranno contro, il Pd si era detto a favore. Ma oggi, martedì 18 luglio, la vicepresidente dem, Chiara Gribaudo, ha invece chiesto “un passo indietro per tutelare il prestigio e il lavoro dell’istituzione“. La palla è al centro.